Dalla Maiella al Tirolo, l’allevamento che sa convivere con il lupo.

09-05-2022 12:18 -

Prosegue la collaborazione tra allevatori abruzzesi e austriaci con il trasferimento di cani da pastore.

Sono tornati, dall’Austria in Abruzzo – per la precisione dal Tirolo sulla Maiella – gli allevatori che avevano già visitato il Parco in due precedenti occasioni, nell’ambito del progetto europeo LIFE LifeStockProtect coordinato dalla European Wilderness Society e supportato da numerose associazioni di categoria altoatesine e austriache.

Gli allevatori austriaci in trasferta, dopo aver analizzato il fenomeno delle predazioni e valutato i migliori sistemi di prevenzione, già da due anni, con il supporto del Servizio Veterinario del Parco Nazionale della Maiella, hanno avviato una serie di iniziative integrate di custodia e gestione degli animali al pascolo, ispirata alla sapienza e all’esperienza degli allevatori della Montagna Madre e sostenuta dai tecnici del Parco con la finalità di rielaborare e consolidare, il loro rapporto di convivenza con il lupo.

I lupi sono di recente tornati in Austria, provenienti da Italia, Slovenia e Germania, e trovano spesso, nei verdi pascoli alpini, delle greggi non particolarmente protette, perché la lunga assenza dei predatori da quelle montagne ha fatto dimenticare, per generazioni, l’uso di condurre gli animali al pascolo sotto la custodia continua del pastore e dei cani e l’utilizzo di stazzi protetti per la notte, come invece è sempre accaduto in Abruzzo.

“I nostri colleghi del progetto LifeStockProtect sono diventati, negli ultimi anni, particolarmente esperti nel posizionamento di recinzioni elettrificate per la gestione dei pascoli”, commenta Simone Angelucci, responsabile del Servizio Veterinario del Parco, “ma le azioni di protezione delle greggi vanno sempre adattate al contesto ed alla tipologia di allevamento e, con il lupo, una protezione effettiva è data dall’utilizzo irrinunciabile dei cani da guardiania e dalla presenza costante del pastore/custode degli animali”.

“Per questo abbiamo consigliato agli amici tirolesi di parlare con i nostri allevatori e di osservare l’operato dei cani da pastore abruzzesi, sul campo, in un territorio, come quello della Maiella, dove insistono ben 10 branchi di lupo, che però utilizzano animali domestici in valori sempre al di sotto del 5% della loro dieta”. “Ci sono allevatori sulla Maiella” prosegue Angelucci “che, pur portando pecore al pascolo nel cuore del territorio di alcuni branchi di lupo, non ricevono predazioni da anni. Questo si verifica perché i pastori e i cani sono costantemente presenti sui pascoli e i lupi “scelgono” di non predare in condizioni che sarebbero per loro stessi rischiose”.

Qualche giorno fa, un gruppo di 5 cani da pastore abruzzese, proveniente da uno di questi allevamenti “modello” della Maiella, è partito alla volta delle Alpi. Un gruppo di cani giovani, ma già affiatati e che ben conoscono la vita del gregge, è già a lavoro, a presidiare un gruppo di oltre 400 pecore sui verdi pascoli del versante altoatesino dello Stelvio, a pochi chilometri dal confine svizzero.

La tradizione pastorale abruzzese, l’attenzione e l’esperienza maturata dal Parco della Maiella, le capacità progettuali e l’impegno di associazioni come la European Wilderness Society nel mettere insieme i portatori di interesse sulle migliori pratiche in campo europeo, vanno consolidandosi come elementi chiave per la coesistenza tra lupo e attività zootecniche sulle nostre montagne appenniniche e alpine.

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