Lago Battista
Progetto editoriale con la collaborazione del fotografo Bruno D'Amicis
La Maiella, si sa, è un enorme gigante di calcare e il suo territorio è fortemente caratterizzato dal carsismo, quindi è molto difficile trovare acque superficiali. Alcune delle sue valli principali e gole sono attraversate da piccoli fiumi, torrenti e ruscelli, ma i bacini lacustri permanenti nei confini del Parco Nazionale sono appena due.
Uno di questi, il lago Ticino, si trova nei pressi del centro abitato di Campo di Giove, in un'ampia valle amena caratterizzata da pascoli, siepi e antichi coltivi. Nonostante le ridotte dimensioni, questo laghetto di origine morenica, che un tempo doveva essere molto più ampio, ospita una fauna molto ricca e varia e, soprattutto, numerose piante acquatiche di grande interesse scientifico e conservazionistico.
Nascosto nel cuore dei Monti Pizzi, nel settore più meridionale del Parco, e quasi imprigionato all'interno di questa remota fortezza di guglie rocciose, rupi e selve, si trova invece il minuscolo Lago Battista, oggi geosito del Geoparco Maiella. Probabilmente originatosi a seguito dello sbarramento naturale di un piccolo corso d'acqua, questo laghetto è a circa 1200 metri di quota in una valle boscosa ai piedi dei Monti di Mezzo e la Rocca, non lontano da Valle del Sole, complesso turistico nel Comune di Pizzoferrato. Si tratta di una delle aree meno note e, quindi, frequentate del Parco Maiella, ma non per questo di minor bellezza o interesse.
Uno di questi, il lago Ticino, si trova nei pressi del centro abitato di Campo di Giove, in un'ampia valle amena caratterizzata da pascoli, siepi e antichi coltivi. Nonostante le ridotte dimensioni, questo laghetto di origine morenica, che un tempo doveva essere molto più ampio, ospita una fauna molto ricca e varia e, soprattutto, numerose piante acquatiche di grande interesse scientifico e conservazionistico.
Nascosto nel cuore dei Monti Pizzi, nel settore più meridionale del Parco, e quasi imprigionato all'interno di questa remota fortezza di guglie rocciose, rupi e selve, si trova invece il minuscolo Lago Battista, oggi geosito del Geoparco Maiella. Probabilmente originatosi a seguito dello sbarramento naturale di un piccolo corso d'acqua, questo laghetto è a circa 1200 metri di quota in una valle boscosa ai piedi dei Monti di Mezzo e la Rocca, non lontano da Valle del Sole, complesso turistico nel Comune di Pizzoferrato. Si tratta di una delle aree meno note e, quindi, frequentate del Parco Maiella, ma non per questo di minor bellezza o interesse.
I vasti boschi, spesso popolati da alberi di dimensioni ragguardevoli, ammantano le ripide pareti calcaree dei Pizzi sino quasi alla loro sommità. Il paesaggio che ne risulta è davvero suggestivo e selvaggio.
Non a caso, queste sono tra le zone predilette dalla grande fauna del Parco e, soprattutto, dall'orso bruno marsicano. E, allo stesso modo, queste remote cime rocciose hanno da sempre rappresentato rifugio per eremiti e briganti e chiunque cercasse un luogo sicuro e tranquillo, lontano dal mondo.

Dettaglio del Lago Battista e la folta vegetazione che ne ricopre le rive e la superficie.
Oltre alla difficoltà di accesso, alla notorietà del Lago Battista certo non ha giovato il fatto che esso sia completamente nascosto dalla vegetazione circostante e che, quindi, può facilmente sfuggire allo sguardo dell'escursionista che percorra la valle ignaro della sua presenza.
Può anche capitare che la sua presenza venga tradita dal gracidio delle rane, apparentemente fuori luogo in questa contrada boscosa. Incuriositi dai loro versi, superando a fatica insidiose pozze di fango ed evitando gli insogli di cinghiali, si può quindi arrivare a sbirciare tra i fitti salici dell'Appennino e le canne, e riuscire a scorgere il piccolo specchio d'acqua. Le acque immote del piccolo lago sono ricoperte da potamogeti e ranuncoli, tra cui si nascondono le rane a caccia delle tante libellule che sfrecciano indaffarate sulla superficie.
Può anche capitare che la sua presenza venga tradita dal gracidio delle rane, apparentemente fuori luogo in questa contrada boscosa. Incuriositi dai loro versi, superando a fatica insidiose pozze di fango ed evitando gli insogli di cinghiali, si può quindi arrivare a sbirciare tra i fitti salici dell'Appennino e le canne, e riuscire a scorgere il piccolo specchio d'acqua. Le acque immote del piccolo lago sono ricoperte da potamogeti e ranuncoli, tra cui si nascondono le rane a caccia delle tante libellule che sfrecciano indaffarate sulla superficie.
L'aspetto placido di questo laghetto però non deve ingannare: le sue acque sono infatti profonde alcuni metri e lo spesso fondo limaccioso può facilmente trasformarsi in una trappola.
Meglio quindi osservare a distanza e, magari, con l'ausilio di un binocolo. Oltre al viavai di insetti e ai tanti toni di verde della vegetazione circostante, potrebbe capitare di notare anche dei vistosi fiori gialli o delle piante in acqua i cui steli sono ricoperti da piccole sfere, quasi delle minuscole ampolle. Allora saremo davvero fortunati, perché saremmo al cospetto di una delle piante più rare e incredibili d'Appennino...
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