27 Aprile 2024
Un Parco di Montagna affacciato sul Mare
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La storia del territorio del Parco

La Majella, oltre che di natura selvaggia, è straordinariamente ricca di testimonianze storiche, archeologiche ed architettoniche. In effetti è sempre stata abitata, sin dal Paleolitico - 800.000 anni fa - quando bande di cacciatori raccoglitori, appartenenti alla specie Homo herectus, utilizzavano le risorse naturali della montagna per procurarsi cibo, attraverso la raccolta dei prodotti spontanei e la caccia dei grandi mammiferi - e materiale - selce - da cui ricavare strumenti. Ricche testimonianze di questo vasto periodo sono state rinvenute negli importanti siti di Valle Giumentina, Grotta degli Orsi e Grotta del Colle.

I successivi periodi storici segneranno sempre di più l'affermarsi sulla Majella, di forme di economia agrosilvopastorale che, unitamente alla diffusione della presenza monastica e dell'eremitismo, influiranno in maniera determinante sulla storia, sul paesaggio e sull'uso delle risorse naturali. Innumerevoli le testimonianze al riguardo: dalle capanne a Tholos, in pietra a secco, l'insediamento classico dei pastori, simile al Nuraghe sardo e alle Castella della Corsica, diffuso in ogni angolo della Majella; agli abitati accentrati e fortificati - Castra - di Salle, Musellaro, Roccamorice, Lettomanoppello; ai diversi centri monastici fra cui vanno ricordati San Clemente a Casauria, San Liberatore a Majella, San Salvatore a Majella, San Tommaso di Paterno, Santo Spirito a Majella; ai diversi eremi, sovente scavati nella roccia friabile della montagna in cui, proprio a causa della natura aspra del territorio, monaci eremiti, fra cui Desiderio di Benevento, poi Papa con il nome di Vittore III e Pietro Angeleri di Isernia, poi Papa con il nome di Celestino V, cercavano rifugio e meditazione per la propria elevazione spirituale - Sant'Onofrio di Serramonacesca, Santo Spirito e San Bartolomeo in Legio nei pressi di Roccamorice, Sant'Onofrio al Morrone, San Giovanni all'Orfento.

Scomparsi gli eremiti, le zone più impervie della Majella, sono state per lungo tempo dominio incontrastato di banditi e briganti: del fenomeno restano ancora tracce significative, come le incisioni scolpite sulla roccia denominata Tavola dei Briganti.

Pregevoli testimonianze storiche negli antichi borghi di: Caramanico Terme - chiesa romanico - gotica di S. Maria Maggiore e chiesa di San Tommaso del XII sec. con architravi, rosoni ed affreschi del duecento; Pacentro, pittoresco borgo medievale con i resti del Castello dei Cantelmo del XIV sec. e la quattrocentesca chiesa di S. Maria Maggiore; Salle, con i resti del Castello di Salle; Tocco da Casauria; Pennapiedimonte; Pescocostanzo con i suoi splendidi palazzi del 500 e del 600 e la Basilica di S. Maria del Colle, originaria del XI sec. ricostruita nel 1466 ed ultimata alla fine del 600; Roccacaramanico, ormai disabitato; Guardiagrele, con la chiesa romanica di S. Maria Maggiore del XI sec. e la chiesa di S. Francesco con portale romanico - gotico del XV sec; Sulmona - Cattedrale, Palazzo Tabassi, Chiesa dell'Annunziata, originaria del 1320, Badia Morronese o di S. Spirito, edificata nel XIII sec. da Pietro da Morrone e, nei pressi, il Santuario di Ercole Curino risalente alla metà del I sec. a.c.

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