Bombus konradini individuato per la prima volta anche sulla Maiella
25-10-2021 13:17 - Notizie dal Parco
Trovato il Bombus konradini Reinig, 1965 anche nel Parco Nazionale della Maiella.
Si tratta di un bombo che vive esclusivamente sulle alte quote dell’appennino centrale, rinvenuto per la prima volta anche nelle aree sommitali del massiccio della Maiella.
Questa scoperta è importante perché la Maiella è la località più meridionale fin ora conosciuta per questa specie che è inserita nella categoria “in pericolo” nella lista rossa delle api italiane minacciate.
Questo bombo presenta un interessante parallelismo con il Camoscio appenninico con il quale condivide simili processi evolutivi e di speciazione, ha infatti raggiunto il più ampio areale di distribuzione durante le ere glaciali, mentre il riscaldamento avvenuto nelle fasi postglaciali lo ha relegato solo nelle aree a quote più elevate. Questo isolamento delle popolazioni ha generato processi di speciazione che lo hanno differenziato da altri bombi presenti in Europa.
Il risultato è stato ottenuto nell’ambito delle attività condotte per la Direttiva agli Enti Parco Nazionali e alle Aree Marine Protette del Ministero della Transizione Ecologica per l’indirizzo delle attività dirette alla conservazione della biodiversità, progetto “Azioni per la tutela degli impollinatori”.
Il lavoro di squadra vede la collaborazione dei tecnici dell’Ente Parco, del Dipartimento di Sc. veterinarie dell’Università di Pisa del Centro di ricerche agro ambientali “Enrico Avanzi” (CIRAA) e del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, Centro di ricerca Agricoltura e Ambiente (CREA-AA) che stanno conducendo attività di monitoraggio e ricerca per ampliare la conoscenza sugli apoidei selvatici nel Parco.
Si tratta di un bombo che vive esclusivamente sulle alte quote dell’appennino centrale, rinvenuto per la prima volta anche nelle aree sommitali del massiccio della Maiella.
Questa scoperta è importante perché la Maiella è la località più meridionale fin ora conosciuta per questa specie che è inserita nella categoria “in pericolo” nella lista rossa delle api italiane minacciate.
Questo bombo presenta un interessante parallelismo con il Camoscio appenninico con il quale condivide simili processi evolutivi e di speciazione, ha infatti raggiunto il più ampio areale di distribuzione durante le ere glaciali, mentre il riscaldamento avvenuto nelle fasi postglaciali lo ha relegato solo nelle aree a quote più elevate. Questo isolamento delle popolazioni ha generato processi di speciazione che lo hanno differenziato da altri bombi presenti in Europa.
Il risultato è stato ottenuto nell’ambito delle attività condotte per la Direttiva agli Enti Parco Nazionali e alle Aree Marine Protette del Ministero della Transizione Ecologica per l’indirizzo delle attività dirette alla conservazione della biodiversità, progetto “Azioni per la tutela degli impollinatori”.
Il lavoro di squadra vede la collaborazione dei tecnici dell’Ente Parco, del Dipartimento di Sc. veterinarie dell’Università di Pisa del Centro di ricerche agro ambientali “Enrico Avanzi” (CIRAA) e del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, Centro di ricerca Agricoltura e Ambiente (CREA-AA) che stanno conducendo attività di monitoraggio e ricerca per ampliare la conoscenza sugli apoidei selvatici nel Parco.