25 Aprile 2024
Un Parco di Montagna affacciato sul Mare

CROCE DI TOLA: IL BRIGANTE IMPRENDIBILE

oce Di Tola nacque il 3 maggio 1838 a Roccaraso. Come molti imparò l’«arte della mazza», cioè l’arte di pascolare le pecore. Prese parte ai moti reazionari del 1860 a Roccaraso contro la Guardia Nazionale e quando fu ristabilito l’ordine preferì fuggire che essere incarcerato. Qui ha inizio la sua latitanza. Fuggì in Puglia, ma tornò nei pressi dei boschi di Vallescura (oggi Rocca Pia). Qui incontrò Nunzio Tamburrini, partecipa all’invasione di Rivisondoli (17 giugno 1862) e come tutti d’inverno si rifugiò nel Regno Pontificio, dove rimarrà fino al 1865.

Viene ricordato negli atti giudiziari insieme a Giancola, Ferrara e Domenico di Sciascio per gli attacchi agli ovili dei Grandi Quarti, per aver sgozzato insieme alla banda del Tamburrini nei pressi di San Vincenzo al Volturno 750 pecore e 5 muli, per aver partecipato al massacro di Macchieduni (12 giugno 1866).

Croce era ricercato e nel gennaio 1867 fu emesso un mandato di cattura dal Tribunale di Sulmona. Lo cercarono ovunque sui Monti della Maiella. Nessuno lo trovava, sembrava sparito e molti iniziarono a credere che si fosse nuovamente rifugiato nello Stato Pontificio. In realtà si nascondeva presso alcune famiglie di Roccaraso, Rocca Pia e Bugnara, che stanchi dei continui attacchi delle altre bande, lo ospitarono come garanzia. Qui rimase finché non venne scoperto per una soffiata alle guardie nazionali.

Era imprendibile sì, ma era rimasto solo e si riunì per un po’ alla banda di Giuseppe Ferrara. A seguito dei sospetti di quest’ultimo, però, fu costretto a freddarlo per salvare la propria vita.

Continuò a nascondersi in inverno nell’agro romano e in estate sulla Maiella. Nel 1870 venne avvistato a Gamberale e nel 1871 nei pressi di Valle Scura. All’ epoca molte bande erano oramai estinte da tempo ma lui continuò la sua resistenza, fino al 21 luglio 1871. Infatti, quel giorno il brigadiere Chiaffredo Bergia, in perlustrazione tra Castel di Sangro e Barrea, avvertì la presenza dei briganti e ingaggiò uno scontro diretto. I briganti scapparono e dopo un inseguimento di otto chilometri i militi riuscirono a colpire alla gamba e atterrare Croce di Tola, che venne arrestato. Qualche tempo dopo a causa del sopraggiungere della cancrena, gli fu amputata la gamba. Fu interrogato il 30 luglio 1871. Morì in carcere ma non sappiamo quando. Il foglio sul registro, infatti, fu strappato per cancellare ogni sua traccia. Su Croce, ora, rimangono solo le leggende e i racconti tramandati.
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