19 Marzo 2024
Un Parco di Montagna affacciato sul Mare

Adriatic Caves

Il Parco Nazionale della Majella è l'ente capofila del progetto Interreg V-B “Adriaticaves”, finalizzato da un lato a promuovere la fruizione sostenibile del patrimonio speleologico del suo territorio, dall'altro ad incrementare l'efficacia della conservazione dell'habitat delle grotte, ed in particolare dell'habitat comunitario 8310 “Grotte non ancora sfruttate a livello turistico ”. Il progetto ha carattere transnazionale ed interessa una partnership tra Paesi che si affacciano sul mare Adriatico: Italia, Croazia, Serbia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro ed Albania.

Uno degli obiettivi principali del progetto è quello di creare una rete di istituzioni pubbliche e private che gestiscono cavità naturali sia dal punto di vista turistico che conservazionistico, creando protocolli comuni per il monitoraggio e la tutela, offerte turistiche condivise individuate da un unico marchio, regole comuni per la fruizione sostenibile e professionalità adeguate per offrire un servizio di guida di elevata qualità.

I prodotti principali del progetto saranno infatti:
  • il nuovo marchio dell'itinerario turistico “Adriaticaves”, comune per tutti i partner;
  • la “Carta delle Grotte”, un accordo internazionale sottoscritto da tutti i soggetti gestori delle grotte, per garantire il turismo sostenibile in quelle aperte al pubblico, il rispetto dei valori naturali ed archeologici, la messa a punto di modalità di fruizione ad alto valore educativo e culturale;
  • il Piano di Azione Internazionale comune per tutti i partner di progetto per la tutela dell'habitat di interesse comunitario 8310, redatto conformemente alle disposizioni della Direttiva 92/43/EEC “Habitat”.
  • Il valore complessivo del progetto è di 1.325.236,05 Euro, di cui l'85%, pari a 1.126.450,61 Euro, costituisce il contributo dell'Unione Europea, suddiviso 702.847,26 Euro di fondi FERS per i partner comunitari e 423.603,35 Euro di fondi IPA II per i partner in fase di pre-adesione alla UE.
Per i partner italiani, la quota del 15% di cofinanziamento è costituita da fondi CIPE per i Programmi della Cooperazione territoriale europea.

I partner del progetto:
Lungo le due sponde del Mar Adriatico si trova un'intricata rete di grotte poco conosciute la cui genesi dipende dalle caratteristiche geologiche del territorio. Nel sottosuolo di ciascuna area naturale si trova un intero mondo fatto di formazioni carsiche, tesori nascosti che aspettano solo di essere scoperti. Adriaticaves si ramifica come le gallerie di questa rete di grotte poco note, connettendo fra loro i partner di progetto attraverso l'Adriatico. Ciascuna grotta è legata alle altre come stelle di una magica costellazione del sottosuolo. Grotte “minori” per un'escursione con un “maggior” impatto emozionale il cui ricordo è da custodire per tutta la vita. E' tutto mappato all'interno di un tour fatto di suggestione e mistero dove gli amanti della natura possono scegliere, ciascuno secondo il proprio ritmo e il percorso di visita preferito, come scoprire la moltitudine di ricchezze presenti e soddisfare la propria curiosità, meravigliandosi di inaspettate sorprese che sono lì per essere scovate.


ADRIATIC CAVES - PLUS
L'obiettivo generale del progetto ADRIATICAVES PLUS è quello di migliorare e ampliare l'impatto del progetto ADRIATICAVES e di introdurre un'azione pilota per valutare come l'innovazione digitale possa essere un supporto alla valorizzazione dei siti storici e naturali.
L'innovazione più importante di Adriaticaves Plus è un'azione pilota sulle potenzialità dell'innovazione digitale e, in particolare, le ricostruzioni 3D dei siti come strumento innovativo per superare le restrizioni di viaggio e di movimento derivanti dalla pandemia di Covid19. Questo concetto dovrebbe essere applicato anche ad altre situazioni successive alla pandemia, per consentire la conoscenza di siti naturalistici interessanti a persone che non possono accedere direttamente a quei siti, per vari motivi: tempo a disposizione, costi del viaggio, malattia, età o semplicemente perché la posizione è difficile da raggiungere a causa della sua posizione (cioè in montagna).
Le ricostruzioni 3D saranno implementate in tre Grotte appartenenti al territorio LP MNP, in Italia.
Parte di questa innovazione è stata sviluppata nell'ultima parte del progetto Adriaticaves ed è relativa alla ricostruzione 3D di una grotta, la Grotta Nera. Queste riproduzioni 3D saranno il banco di prova per valutare come e in che misura le innovazioni digitali (ovvero, in questo caso, una riproduzione 3D) possano sostituire o supportare la visita in presenza sul luogo. L'esperienza della pandemia e il suo impatto sul settore turistico dimostrano che soluzioni innovative sono possibili per godere dei luoghi, anche se non è possibile pernottare.
Questionari agli utenti e interviste pilota a persone chiave (es. manager, esperti di turismo e innovazione digitale, amministratori pubblici) forniranno un feedback sulle operazioni.
I risultati dell'azione pilota supporteranno la preparazione di ulteriori due riproduzioni 3D di altre due grotte.
Altro aspetto sviluppato nell'ambito di ADRIATICAVES PLUS è il miglioramento e la diffusione di due importanti prodotti di ADRIATICAVES e strettamente legati alla promozione del turismo sostenibile: la Carta delle Grotte ei Pacchetti Turistici.
La Carta è un disciplinare già sottoscritto da 26 gestori di grotte con il quale si impegnano ad osservare e attuare quanto previsto dalla Carta, volto a garantire l'accessibilità turistica ai siti, ma nel rispetto della primaria necessità di conservazione dell'habitat.
I pacchetti turistici sono lo strumento operativo per attrarre il turismo sostenibile nei siti, i pacchetti saranno sviluppati insieme agli imprenditori del turismo locale.
In ADRIATICAVES PLUS entrambi gli strumenti saranno ulteriormente diffusi tra il pubblico appropriato attraverso la realizzazione di incontri e workshop con le parti interessate, sotto la cura diretta di ciascun partner.
Ciascun partner stabilirà una collaborazione con il proprio Punto di contatto nazionale, in particolare per ampliare il numero e la qualità delle organizzazioni coinvolte.





Le Grotte nel Parco della Maiella
Il carsismo è molto diffuso nel Parco soprattutto sulla Majella con più di 100 grotte.
Infiltrandosi e scorrendo da millenni nel sottosuolo, le acque piovane e quelle di fusione delle nevi ampliano le fratture delle rocce calcaree, scavano antri e gallerie con la loro azione chimica e meccanica. Lo stesso fenomeno è costruttivo quando crea stalattiti e stalagmiti, concrezioni alabastrine che ornano le pareti delle grotte come per il Cavallone a 1450 m nel Vallone di Taranta, complesso carsico lungo 1,3 km e attrezzato per la visita.
Ad accesso regolamentato per la sua fragilità è la Grotta Nera con il “latte di monte”, rara concrezione morbida al tatto nella cui genesi concorrono dei batteri.
La temperatura dell'ambiente ipogeo è costante tutto l'anno, circa 10°C nel Parco, l'umidità è alta (80-90%) e la luce assente, ma questo non impedisce la vita.
All'ingresso e nel primo tratto vivono piante che amano i luoghi ombrosi tra cui il Capelvenere, l'Aquilegia della Majella e la Campanula di Cavolini, oltre a muschi e licheni, mentre all'interno solo alghe e funghi.
La fauna è costituita principalmente da invertebrati (aracnidi, ortotteri, coleotteri, lepidotteri) adattati all'ambiente ipogeo con riduzione degli organi visivi, depigmentazione del corpo e sviluppo di apparati sensoriali come lunghe setole tattili.
Le grotte sono frequentate talvolta per il letargo o per il riposo da diverse specie animali, volpi, faine, lupi, orsi, rapaci notturni ma soprattutto chirotteri, mammiferi volanti che si muovono e cacciano grazie all'emissione di ultrasuoni con cui localizzano prede e ostacoli.
La maggior parte di quelli presenti in Majella usa le cavità almeno per il periodo dell'ibernazione.
Molte grotte e cavità del Parco sono state frequentate dall'Uomo come quelle neolitiche di Grotta Caprara (Lama dei Peligni) e dei Piccioni (Valle dell'Orta), S. Giovanni all'Orfento che fu eremo di Celestino V e lo Stazzo del Faggio (Pennapiedimonte) che è stato un riparo pastorale.
risultati: 1-4 / 4
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