Ateleta
Piazza Carolina, 18
67030 Ateleta (AQ)
Telefono: 0864 65030
Sito internet: www.comune.ateleta.aq.it
Email: ufficioamministrativo@comune.ateleta.aq.it
PEC: comune.ateleta.aq@pec.it
Densità: 26,53 abitanti per km²
Estensione: 41,61 km²
Popolazione: 1104 (Istat, novembre 2022)
Nome abitanti: Ateletesi
Ateleta è situato a 737 m s.l.m. sulla sponda sinistra del fiume Sangro, nell'alta valle anonima. Il centro storico dell'abitato è adagiato sul Colle Sisto, con il rispettivo Monte Secine (1883 m s.l.m.).
Sebbene i primi insediamenti risalgono all'anno 1000, localizzati nelle zone di Roccapizzi, Carceri e Asinella, il paese sorge nel 1811 quando Giuseppe de Thomasis convinse il re Gioacchino Murat a istituirlo con il nome di “Ateleta” che significa “comunità franca e libera da imposte” in quanto il re esentò il territorio dal pagamento di una tassa per ben cinque anni. Gli elementi più antichi del paese sono stati distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel dopo guerra, come molti paesi montani è stata soggetta ad emigrazione, soprattutto verso le Americhe. Tra i monumenti di maggiore interesse che si sono conservati sino ad oggi si annoverano la Chiesa Parrocchiale di San Gioacchino (dove è situato il Santo patrono San Vincenzo Ferrari, festeggiato il 5 aprile), il Monumento a Gioacchino, monumento ai caduti e la Rocca di Carceri, antica fortificazione distrutta dal terremoto del 1456. All'interno del centro abitato vi è il museo della civiltà contadina, che racconta la storia di Ateleta, attraverso strumenti e oggetti del passato.
La peculiarità gastronomica del paese è l'agnello alla brace, sopra i tizzoni ardenti di legna di cerro.
Sebbene i primi insediamenti risalgono all'anno 1000, localizzati nelle zone di Roccapizzi, Carceri e Asinella, il paese sorge nel 1811 quando Giuseppe de Thomasis convinse il re Gioacchino Murat a istituirlo con il nome di “Ateleta” che significa “comunità franca e libera da imposte” in quanto il re esentò il territorio dal pagamento di una tassa per ben cinque anni. Gli elementi più antichi del paese sono stati distrutti durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel dopo guerra, come molti paesi montani è stata soggetta ad emigrazione, soprattutto verso le Americhe. Tra i monumenti di maggiore interesse che si sono conservati sino ad oggi si annoverano la Chiesa Parrocchiale di San Gioacchino (dove è situato il Santo patrono San Vincenzo Ferrari, festeggiato il 5 aprile), il Monumento a Gioacchino, monumento ai caduti e la Rocca di Carceri, antica fortificazione distrutta dal terremoto del 1456. All'interno del centro abitato vi è il museo della civiltà contadina, che racconta la storia di Ateleta, attraverso strumenti e oggetti del passato.
La peculiarità gastronomica del paese è l'agnello alla brace, sopra i tizzoni ardenti di legna di cerro.
Un giro per Ateleta
Il Meteo nel Comune
[
] [
]
[
]
[
]
[
]




