Mugheta e arbusti prostrati
In questo ambiente la specie più rappresentativa è il pino mugo (Pinus mugo) a cui si accompagnano altre specie a portamento strisciante quali il ginepro nano (Juniperus communis var. saxatilis), la sabina (Juniperus sabina) e l’uva ursina (Arctostaphylos uva-ursi). Queste specie costituiscono appunto la fascia degli “arbusti contorti” che si trova sopra il limite del bosco, tra i 1800 e i 2200 m. Questa zona, caratterizzata da rupi e ghiaioni con un suolo poco profondo, soggetto a temperature estreme è un ambiente molto selettivo nei confronti della vegetazione. Le specie che vivono in questo ambiente svolgono un’importante funzione di consolidamento e protezione dei versanti.
Piante provenienti dall’artico
La mugheta, per la sua caratteristica di relittualità alpina, costituisce sulla Maiella una delle formazioni vegetali più tipiche ed esclusive: essa si è formata nelle fasi glaciali del Quaternario, durante i quali l’Appennino centrale è stato interessato da fenomeni migratori, tra cui il flusso di specie vegetali artico-alpine e boreali attraverso il collegamento costituito dall’avanzare dei ghiacciai lungo la catena appenninica. Con il riscaldamento del clima fino ai livelli attuali, queste specie, tra cui il pino mugo, sono rimaste isolate sulle cime più elevate, le uniche a fornire ancora un habitat a loro adeguato, subendo il più delle volte un processo di evoluzione parallelo al ceppo originario, dando origine a specie o sottospecie definite endemiche.
La mugheta più estesa dell’Appennino
Le formazioni arbustive, che un tempo costituivano un paesaggio abbastanza frequente su tutte le cime più alte della catena appenninica, sono state in passato ridotte drasticamente dall’uomo, con lo scopo di aumentare le superfici di pascolo. Oggi la mugheta è diffusa in modo consistente solo sulla Maiella, di cui rappresenta uno dei paesaggi più significativi ed estesi dell’Appennino.
Piante provenienti dall’artico
La mugheta, per la sua caratteristica di relittualità alpina, costituisce sulla Maiella una delle formazioni vegetali più tipiche ed esclusive: essa si è formata nelle fasi glaciali del Quaternario, durante i quali l’Appennino centrale è stato interessato da fenomeni migratori, tra cui il flusso di specie vegetali artico-alpine e boreali attraverso il collegamento costituito dall’avanzare dei ghiacciai lungo la catena appenninica. Con il riscaldamento del clima fino ai livelli attuali, queste specie, tra cui il pino mugo, sono rimaste isolate sulle cime più elevate, le uniche a fornire ancora un habitat a loro adeguato, subendo il più delle volte un processo di evoluzione parallelo al ceppo originario, dando origine a specie o sottospecie definite endemiche.
La mugheta più estesa dell’Appennino
Le formazioni arbustive, che un tempo costituivano un paesaggio abbastanza frequente su tutte le cime più alte della catena appenninica, sono state in passato ridotte drasticamente dall’uomo, con lo scopo di aumentare le superfici di pascolo. Oggi la mugheta è diffusa in modo consistente solo sulla Maiella, di cui rappresenta uno dei paesaggi più significativi ed estesi dell’Appennino.



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