Sentiero Geominerario
I contadini e i pastori della Maiella utilizzavano il bitume, che affiora naturalmente dalle rocce calcaree, per accendere il fuoco e per marchiare le pecore, questi uomini vivevano spesso condizioni di povertà estrema, fino a quando, a metà del 1800 non si presentò una nuova opportunità: il lavoro in miniera.
Nel 1841, il teatino Silvestro Petrini scopre nelle contrade di Manoppello e San Valentino, miniere di asfalto, e investe un capitale di circa 40.000 lire e così nasce la prima attività industriale per l'estrazione di bitume.
La presenza di bitume e petrolio attrae società straniere che negli anni si contendono le concessioni minerarie, protagoniste sono la Reh & C. di Berlino (1889) l'inglese Neuchetal Asphalte Company (1893) e la Valle Romana Asphalte Minen di Lipsia (1908).
Le miniere vengono realizzate nei comuni di: Lettomanoppello, Manoppello, Roccamorice, San Valentino in Abruzzo Citeriore e Abbateggio, collegate con l'opificio di lavorazione di Scafa, mentre a Tocco da Casauria viene estratto il petrolio liquido tramite l'utilizzo di pozzi.
I prodotti realizzati nell'opificio di Scafa erano: oli combustibili per illuminazione (primo periodo), pani di bitume, filler e mattonelle per la pavimentazione esterna, quest'ultime esportate in tutta Italia ed all'estero, ancora oggi visibili nei marciapiedi di Napoli, Venezia, Firenze, Bologna, Catania, Buenos Aires e New York.
La presenza di bitume e petrolio attrae società straniere che negli anni si contendono le concessioni minerarie, protagoniste sono la Reh & C. di Berlino (1889) l'inglese Neuchetal Asphalte Company (1893) e la Valle Romana Asphalte Minen di Lipsia (1908).
Le miniere vengono realizzate nei comuni di: Lettomanoppello, Manoppello, Roccamorice, San Valentino in Abruzzo Citeriore e Abbateggio, collegate con l'opificio di lavorazione di Scafa, mentre a Tocco da Casauria viene estratto il petrolio liquido tramite l'utilizzo di pozzi.
I prodotti realizzati nell'opificio di Scafa erano: oli combustibili per illuminazione (primo periodo), pani di bitume, filler e mattonelle per la pavimentazione esterna, quest'ultime esportate in tutta Italia ed all'estero, ancora oggi visibili nei marciapiedi di Napoli, Venezia, Firenze, Bologna, Catania, Buenos Aires e New York.
Nel 1917, la Camera di Commercio di Chieti definisce la Maiella “il gruppo montuoso più ricco di minerali di tutta la parte centrale d'Italia così da costituire una fonte inesauribile per l'industria alsfaltifero-bituminosa del nostro paese”. La storia del bacino minerario termina negli anni '70 quando anche le ultime miniere vengono dismesse.
I sentieri geominerari ricalcano quelli che erano i percorsi che quotidianamente schiere di minatori utilizzavano per recarsi nei luoghi di lavoro, conducendo il visitatore davanti agli imbocchi delle gallerie. Molti sono gli elementi da osservare lungo i sentieri legati al trasporto del materiale, non c'è da stupirsi se nel bel mezzo del bosco incontrerete dei tratti di ferrovia o carrelli abbandonati, infatti, oltre all'ausilio dei muli e delle donne che caricavano chili di materiale sui canestri sistemati sul capo, nel 1903 venne costruita una ferrovia decouville, che dalle viscere della montagna arrivava fino alla fabbrica. Qualche anno più tardi furono realizzazione delle teleferiche, in totale erano 7 le linee di trasporto tramite funicolare, oggi ritroviamo, tra querce e carpini, alti tralicci arrugginiti e quel che rimane di stazioni d'angolo e di carico. Nascosti e custoditi dalla vegetazione si scoprono quelli che un tempo erano magazzini, locali marcatempo, mense, e case minerarie dei dirigenti o degli operai, alcuni edifici sono costruiti a ridosso delle pareti verticali di roccia e sembrano integrarsi perfettamente col paesaggio.
I sentieri geominerari ricalcano quelli che erano i percorsi che quotidianamente schiere di minatori utilizzavano per recarsi nei luoghi di lavoro, conducendo il visitatore davanti agli imbocchi delle gallerie. Molti sono gli elementi da osservare lungo i sentieri legati al trasporto del materiale, non c'è da stupirsi se nel bel mezzo del bosco incontrerete dei tratti di ferrovia o carrelli abbandonati, infatti, oltre all'ausilio dei muli e delle donne che caricavano chili di materiale sui canestri sistemati sul capo, nel 1903 venne costruita una ferrovia decouville, che dalle viscere della montagna arrivava fino alla fabbrica. Qualche anno più tardi furono realizzazione delle teleferiche, in totale erano 7 le linee di trasporto tramite funicolare, oggi ritroviamo, tra querce e carpini, alti tralicci arrugginiti e quel che rimane di stazioni d'angolo e di carico. Nascosti e custoditi dalla vegetazione si scoprono quelli che un tempo erano magazzini, locali marcatempo, mense, e case minerarie dei dirigenti o degli operai, alcuni edifici sono costruiti a ridosso delle pareti verticali di roccia e sembrano integrarsi perfettamente col paesaggio.
risultati: 1-0 / 0