ITINERARIO II – La montagna dei briganti
Il Sentiero dei Briganti



Scheda Tecnica:
Località di inizio:
Località di arrivo:
Difficoltà escursionistica:
Dislivello in salita:
Dislivello in discesa:
Lunghezza:
Tempo di percorrenza:
Punti acqua:
Strutture informative del Parco più prossime alla zona:
Località di arrivo:
Difficoltà escursionistica:
Dislivello in salita:
Dislivello in discesa:
Lunghezza:
Tempo di percorrenza:
Punti acqua:
Strutture informative del Parco più prossime alla zona:
Descrizione:
Partenza da grotta S. Angelo di Palombaro lungo il G5 fino al rifugio Il Martellese e vista su monte d'Ugni (2093 m). La discesa è lungo il sentiero G4. L'intera montagna è stata descritta, più volte in questo lavoro, come nascondiglio e luogo di combattimenti tra soldati e briganti.
Episodi di Brigantaggio lungo la tappa:
Cesare Volpe: il capitano di ferro. Pennapiedimonte – Guardiagrele agosto 1862 In seguito al disfacimento della battaglia di Campo Di Giove del 13 agosto 1862 Domenico Di Sciascio e la sua banda fecero ritorno sulla Montagna d'Ugni dove incontrarono due pastori di Pennapiedimonte che gli consegnarono il messaggio del funzionario speciale Cesare Volpe il quale chiedeva la loro resa. A tal richiesta i briganti risposero: « Viecci a prenne Volpe. Lu tempe di magnà le galline ha finite» e così Volpe ordinò la fucilazione immediata di chiunque salisse o scendesse dalla Maiella Orientale. I briganti non potendo fuggire sull'altro versante e rischiando di rimanere fuori dai rifornimenti garantiti dai pastori decisero di rompere lo sbarramento di Volpe. Così il 17 agosto i briganti Di Sciascio e Strilli contando sulla loro superiorità numerica scesero a valle verso la zona di Caprafico dove si accese lo scontro. Nonostante le perdite i briganti sul far della sera riuscirono a disperdersi.
Il sindaco e il brigante: giugno 1866 Un altro episodio che vide protagonista la montagna d'Ugni fu lo scontro sulla cima che avvenne tra il brigante Cannone e il sindaco di Palombaro Di Vincenzo Giamberardino poiché quest'ultimo si erano rifiutato di assolvere la richiesta del brigante.
Il sindaco e il brigante: giugno 1866 Un altro episodio che vide protagonista la montagna d'Ugni fu lo scontro sulla cima che avvenne tra il brigante Cannone e il sindaco di Palombaro Di Vincenzo Giamberardino poiché quest'ultimo si erano rifiutato di assolvere la richiesta del brigante.
Curiosità:
La montagna d'Ugni dal 1860 al 1866 è stato un luogo strategico per i briganti dove erano soliti rifugiarsi e programmare piani di attacco verso la nobiltà o sostenitori del Regno dei Savoia. Nell'agosto del 1862 i briganti per attaccare Campo Di Giove partirono proprio dalla montagna D'Ugni passando per l'attuale rifugio Martellese (2049 m), scesero verso la località «La Carozza» per ripidi sentieri e qui risalirono verso Cima Murelle (2596 m), raggiunsero la sella del Monte Acquaviva e dopo aver raggiunto il monte Focalone (2676 m) si diressero verso il monte Amaro (2793 m) e discesero verso la valle di Femmina morta. Da qui dopo aver attraversato la zona di fondo di Femmina morta raggiunsero Guado di Coccia dove si organizzarono per l'attacco che si rivelò un gran fallimento e così furono costretti a fuggire. La maggior parte dei briganti fecero ritorno sulla montagna d'Ugni dove li attendeva una nuova missione.
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